CENNI STORICI

Palagianello, cittadina conosciuta per le sue storiche masserie, si estende su un territorio per la quasi totalità pianeggiante nella provincia tarantina, ad eccezione delle contrade Serra Pizzuta, Parco del Casale e Conche. Fonti storiche ed archeologiche collocano l’inizio della sua storia nel periodo alto medievale. Per ritrovare invece il suo toponimo si è atteso sino dicembre 1463. Ad allora risale infatti il documento di investitura del Casale di Palagiàno a Giacomo Protonobilissimo, donato dal re Ferrante. L’abitato rupestre, con le sue chiese e case scavate nella roccia calcarea, in gran parte concentrato sullo spalto est della gravina, è la documentazione storica, archeologica ed artistica di un nucleo con un’economia a prevalenza agricola ben organizzata fin dall’alto medioevo. L’abitato grottale, non ha subito il declino e l’abbandono degli insediamenti rupestri rurali nel XIV secolo, ma è tra quei villaggi sui quali si sono inserite le strutture dell’architettura spontanea. Il vivere in grotta è un modello che continuerà anche nei secoli XV e XVI. Con riferimento ai luoghi di culto sono presenti nove chiese rupestri alto medioevali. Palagianello, infeudata ai Domini Roberti prima del 1464, passò ai De Ribera nel 1633, i quali furono feudatari fino al 1669, anno in cui morì senza eredi Maria De Ribera. Dopo un periodo in possesso del Regio Fisco, passò ai Caracciolo i quali, dal 1671, furono feudatari di Palagianello fino a quando, con la legge del 2 agosto 1806, la feudalità fu abolita. Nel 1807, per motivi demografici Palagianello divenne Comune aggregato e poi frazione di Palagiano. Nel 1907 ritornò a essere Comune autonomo.



tourist route

La città offre al turista un ampio ventaglio di possibilità di visita che spazia dalle rilassanti passeggiate in città ad interessanti escursioni nella parte antica fino a raggiungere il villaggio rupestre e la gravina. Ad accoglierci è la contemporanea Chiesa parrocchiale della Madonna delle Grazie, ma poco lontano il paesaggio cambia inaspettatamente e si trasforma in una straordinaria cartolina sulla quale si può ammirare lo scenografico ex ponte ferroviario ad otto arcate a tutto sesto in pietra calcarea con conci sgozzati. Oggi il ponte fa parte del percorso ciclo pedonale che unisce le due anime della città. Da qui si scorge, perfettamente inglobata nella roccia il particolarissimo Santuario della Madonna delle Grazie con antica chiesa rupestre. Poco distante, si distingue, nitida, la sagoma del Castello del Conte Antonio Stella Caracciolo. Si tratta di un edificio dalle fattezze solide e lineari, simbolo del potere feudale con quattro massicci torrioni che circondano il baluardo di difesa, realizzato nel cinquecento a controllo del vasto e rigoglioso territorio. Attraversando l’Arco della Torre dell’Orologio, si giunge a Piazza De Gasperi, cuore del centro storico, dove sorge la chiesa di San Pietro Apostolo del XVI secolo, su un’antica necropoli.


TOURIST ROUTE

Il territorio di Palagianello ospita il Parco Naturale Attrezzato: un’area protetta, ricca di specie floreali e faunistiche in un ambiente caratterizzato dalla Gravina dove, l’operosità dell’uomo e il rispetto della natura, hanno creato uno scenario unico. Un percorso storico-artistico e naturalistico è quello che porta alla Chiesa rupestre di Santa Lucia con la sua porta architravata sormontata da una lunetta semicircolare, dove all’interno è ancora possibile vedere le tracce di una croce incisa. Alla sinistra della porta d’ingresso ci sono una tomba, una cisterna e una piccola grotta. La segnaletica ci propone di deviare per visitare la Chiesa rupestre di jazzo Rivolta o proseguire verso il fondo della gravina. Lungo i due sentieri possiamo ammirare l’altra sponda della gravina, caratterizzata dai resti medievali di Palasciano Vecchio, l’insediamento rupestre e le Chiese rupestri di San Gerolamo e Sant’Andrea. Il sentiero che prosegue verso il fondo gravina, attraversa un paesaggio naturale rigoglioso. Il percorso continua in direzione nord, dove è possibile vedere le case-grotte, gli orti terrazzati, in parte ormai incolti o occupati da olivi e piante di fichi d’India.    

LE MASSERIE

Sul territorio di Palagianello sono documentate diciassette masserie storiche, già presenti prima del 1810, tra le quali ricordiamo: La Torrata, masseria a corte con accorpamenti di volumi; Titolato, masseria lineare con corte interne; Conocchiella, masseria aperta con andamento lineare dei volumi; Martellotta o De Bellis, masseria con accorpamento di volumi; Spinelli, masseria aperta con andamento lineare dei volumi; Serrapizzuta, masseria a corte e blocchi lineari; Santa Colomba, masseria a corte e blocchi lineari; Mangiaricotta, masseria a corte chiusa; Coppola Chiatta, masseria aperta con accorpamento di volumi; Petrosa, masseria a corte a blocchi lineari; Capone, masseria a corte e blocchi lineari; Difesella, masseria aperta con andamento lineare dei volumi; Pozzo di Sarro, masseria monovolumetrica; Lacato o Carano, masseria monovolumetrica; Parco di Stalla, masseria a corte con chiesetta accorpata a iazzi multipli; Abissinia o Capo Varante, masseria aperta con andamento lineare dei volumi; Viscolo o Masella, masseria aperta con andamento lineare dei volumi.

   

LA GRAVINA

La parte nord del territorio di Palagianello è caratterizzata dalle gravine, che hanno sempre segnato profondamente il paesaggio e gli insediamenti umani fin dalla preistoria, come dimostra il sito paleolitico di Riparo Manisi. Il primo tratto, quello che va dal confine comunale con Mottola all’area del villaggio rupestre, è sicuramente quello più bello, perché ancora incontaminato. Sulle inaccessibili pareti della gravina nidificano rapaci, come il barbagianni, il gheppio e il grillaio. Il secondo tratto è quello in corrispondenza del centro storico, dove l’uomo medievale ha scavato un interessante villaggio rupestre e ben otto chiese rupestri (Anonima, Jazzo Rivolta, San Gerolamo, San Nicola, Santa Lucia, Sant’Andrea, Santi Eremiti, Serrapizzuta). Il terzo tratto della gravina va dal ponte ferroviario verso sud e diventa una lama. Tutta quest’area rientra nel Parco Naturale attrezzato di Palagianello, ed è possibile percorrerla grazie ad una serie di sentieri. Sui pianori che sovrastano la gravina, si possono riconoscere, tra marzo e maggio, numerose specie di orchidee.

GASTRONOMIA

La cucina annovera piatti semplici, variegati e gustosi, in grado di esaltare i prodotti che la campagna sa offrire e di soddisfare i palati più esigenti. Tipici primi piatti sono: orecchiette e “fricidd” al sugo o con le rape, cavatelli con ceci o fagioli o con sugo di pomodoro e cacioricotta, fave e foglie, fave “spuzzitate”, minestra del pezzente, cardoncelli al forno e la “ncapriata”. Nella cucina locale dominano anche importanti secondi di carne, cotta soprattutto al fornello; braciole, ”Capuzza” e “gnjumeriedde” (frattaglie di capretto o agnello ridotte a strisce, condite con prezzemolo e aglio raccolte a gomitoletti con budelline e cotte alla brace).  Non mancano piatti e timballi che vengono preparati con cura in casa per le festività pasquali e natalizie: “callarello” (bollito di agnello e verdure miste di campagne), “marro” (rotolo di interiora di agnello), “p’ddich chien” (focaccia con ripieno di cipolla, olive nere e filetti di acciughe). Dolci tipici locali sono invece i torroncini, le “scartagghiet” (canestrelli di pasta frolla fritti con miele), le “pett’l” (polpette di pasta semplicemente lievitata, fritte e inzuppate nel vin cotto, i “purcidd” (gnocchetti di pasta frolla) e i golosissimi taralli “nglppet” (ricoperti da zucchero) del periodo pasquale.

RITI E MANIFESTAZIONI

Protettrice della città è la Madonna delle Grazie e ricorre il 31 maggio. Palagianello festeggia il suo patrono il giorno di pasquetta, questa è una tradizione che risale a varie decine di anni fa. La festa inizia con la solenne processione della Madonna che attraversa tutto il paese e termina con i fuochi pirotecnici. Immensa è la devozione dei palagianellesi verso la loro Patrona e non trascurano nemmeno quelli che possono apparire dei dettagli. E’ il caso della conservazione della sacra immagine e di tutto il suo corredo: vestito, manto, capigliatura e portantina. In passato i festeggiamenti avvenivano di Sabato e le nonne preparavano la “Klom d’Pasq”, un dolce della forma rotonda al cui centro era depositato un uovo di gallina. Tra i piatti tipici legati alla tradizione che si consuma la Domenica di Pasqua, ricordiamo “u sciuscill”, (bollito di agnello, finocchi, uova e formaggio).

centro storico

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chiese rupestri

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